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La scuola ha bisogno di energie.

E’ un procedere faticoso, un combattere contro i mulini a vento che non sono tanto la povertà di mezzi o di fondi, la crisi economica o le chiacchiere che distruggono la fiducia, quanto la mancanza di coraggio, l’inerte e rassegnata rinuncia alla lotta, alla ribellione, quella positiva, quella che ti fa gridare per sostenere le tue ragioni. In un mondo dove troppi pensano che soldi e felicità siano sinonimi, che il potere sia al di sopra di ogni regola, che un minuto di visibilità valga la perdita della propria dignità di persona, che pensare sia uno sforzo inutile e dannoso, che sia meglio volare basso per non rischiare di cadere e farsi male, la scuola pubblica rimane l’unico laboratorio di esperienze culturali e umane, di condivisione di opinioni, di sperimentazione di capacità, intuito, voglia di perfezionamento, di crescita, per essere presenti nel mondo in modo non futilmente “visibile” ma efficacemente e silenziosamente “pensante”.  Un giornale “on line” che risponde all’appello alla velocità della moderna tecnologia è anche un’occasione per imparare a confrontarsi, a leggere il mondo e a comprendere le ingiustizie, a chiamarle per nome e a combatterle con idee concrete e progetti reali. Bisogna mettersi continuamente in gioco, non cedere alla sfiducia, credere che l’energia del pensiero possa tradursi in forza attiva per resistere all’opportunismo che acceca, alla logica del “tutto, subito e senza sforzo”, all’astenia intellettuale che mortifica l’individuo rendendolo una massa amorfa e indistintamente uguale.

 

PINA AMMATURO

L'editoriale

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